mercoledì 21 settembre 2016

La bambina e la pietra

ti ho trovato e portato via con me
eri grande, agli occhi di tutti,
pesante
ma io vidi in te la luce
la pace
la voce
ti riconobbi
e mi innamorai

Iniziai a camminare 
a portarti con me
giorno dopo giorno 
e scoprivo di te uno strato
poi un altro
ed un altro ancora

Amavo di te la semplicità
la lealtà
la furbizia
l'astuzia
Amavo di te la me con te
Poi d'improvviso una salita
e tu non eri grande solamente agli occhi di tutti
io... iniziai a sentire le spalle pesanti

Amavo di te la logica
ma non l'oscurità che avevi dentro
cercai di portarci la luce
ma iniziai a incupirmi anche io
cercai di continuare ad amare quella trasparenza di un giorno
ma il giorno era remoto
Troppo

Amavo di te le carezze
non sempre lievi 

Amavo di te l'essere schietto

Amavo di te l'imparzialità

Eri perfetto
non con me

Io non lo sono e non lo ero con te

Amavo di te l'essere "guerriero"
Ti ho amato
non me ne vergogno

Ti ho amato e non ho rimorsi né rimpianti

Ti ho amato perché eri tu
quel giorno
sul mio cammino

Ti ho amato...
ma come tutte le pietre, l'Amore si sgretola
a poco a poco
si perde
si disintegra e
tu resti immobile a guardarlo

e dovresti lasciarlo andare
e dovresti lasciarti andare

E dovreste lasciarvi... andare!

L'amore lo ricordo com'era
e quella pietra mi era entrata nella scarpa
e disgregandosi
iniziava a farmi male
ogni granello mi penetrava nell'anima
 andando a ledere ogni più piccola parte di me
ora... la bambina
ha tentato di pulire le scarpe
i granelli sono impercettibili
continuano ad esserci
ed ha solo una speranza
l'Amore
l'Amore non è una pietra che fa male
ma un petalo che lenisce
Amavo te
...ma non me!

R.P.
Roma, 22.09.2016
H° 00.33
(notte tra 21 e 22 sett 2016)

giovedì 8 settembre 2016

Con me

Scappo di giorno e ti lascio in casa
non ti porto più con me
il tuo posto è lì, sulla scrivania,
non ti ho dimenticato
ti ho volutamente messo lì
Ripongo  un telefono spento
per evitare
evito, si,
ti sento morire
soffrire
urlare
offendere
annientare
ti sento e l'istinto
(caxxo l'istinto)
mi fa chiudere la comunicazione
sei più duro di un diamante
sei ottuso
irruento
e divento piccola
contro ottanta metri di freddezza
sei pungente
e mi infliggi aculei
uno ad uno
e sanguino
ma non lo vedi
o fingi

R.P.
Roman, 08.09.2016

ERGO SUM

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Qualcosina su di me!!!

La mia foto
Roma / Sevilla, RM, Italy
(Roma, 08.10.1977)- E’ laureata in Farmacia, presso l'Università degli studi di Roma "La Sapienza". Si affaccia al mondo della poesia sin da piccola, quando scopre i versi di G. Leopardi, G. Ungaretti, E. Montale.

A quindici anni inizia a esprimere i suoi stati d’animo, inquieti e romantici, componendo “Noi come voi”, "Il Silenzio”, "Spiagge", "Penna fra le dita", poesie acerbe e istintive, manifestazioni di quella continua e quotidiana ricerca di equilibrio e amore che tuttora permea le sue opere, nonché espressioni della difficoltà di crescere e di rapportarsi con familiari e amici, con l’amore e l’amicizia, la malinconia e la gioia.

Nel 1995 ha vinto il Premio per la Poesia indetto dalla casa editrice "Libro Italiano" di Messina.

Nell’Antologia “Diglielo al vento – Donna in poesia - Versi al femminile” ha inserito una sua opera “Arco” (Aprile 2011- Ass. Culturale Darmatan – Progetto Flanerí).
Seconda classificata ad un concorso di Poesia inedita organizzata dall'associazione "Insieme Nel Mondo" - Savona (3 sett 2011).

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